In occasione di SCIVAC 2025 è stato premiato come miglior poster del Congresso 2024 il lavoro del Dr. Andrea Alpino e della Dr.ssa Giorgia Leone, realizzato con la preziosa collaborazione della Dr.ssa Maria Falqui Massidda e del Dr. Giovanni Semprini, Direttore Sanitario del Centro Veterinario Bolognese.

Aspergillosi sistemica disseminata in un cane meticcio immunocompetente

A. Alpino, DVM; G. Leone, DVM; M. Falqui Massidda, DVM, Master II livello Diagnostica per immagini; G. Semprini, DVM, SPCAA

Introduzione

Nella Medicina Veterinaria degli animali da compagnia le micosi sistemiche sono rare e spesso letali, in particolare sono poche le pubblicazioni sulle infezioni da Aspergillus spp. e per la maggior parte riguardano cani PT o pazienti immunodepressi. Spesso questi pazienti vengono sottoposti ad eutanasia entro una settimana dalla diagnosi, altrimenti la sopravvivenza massima riscontrata è di 13 mesi. In genere vengono colpiti scheletro, SNC, fegato, milza, polmoni e linfonodi, con formazione di piogranulomi micotici. La diagnosi prevede l’utilizzo di TC o RM associata a citologia delle lesioni e coltura per miceti e/o PCR. La terapia si basa sull’utilizzo di antimicotici sistemici, anche se non è presente un consensus univoco e si hanno elevate recidive alla sospensione della terapia. Il caso in oggetto riguarda un’infezione sistemica da Aspergillus terreus in un cane meticcio senza patologie concomitanti né terapie immunosoppressive in atto, in remissione dopo 10 mesi di terapia.

Descrizione del caso

Un cane meticcio, FS di 4 anni, è stato riferito per ipertermia non responsiva a terapia antibiotica e antinfiammatoria. L’anamnesi riportava che il cane beveva regolarmente da una piscina con acqua stagnante e vegetazione marcescente. Alla visita presentava sensorio depresso, T 39,9 °C, FR 32 arm, FC 154 bpm. L’ematobiochimico mostrava leucocitosi neutrofilica, monocitosi, ipoalbuminemia e aumento di AST, SAP e Ca tot. All’elettroforesi era presente un picco in alfa2, beta1 e beta2. Lo snap test per Erlichia, Anaplasma, Leishmania e Filaria è risultato negativo. L’ecografia addominale ha evidenziato una neoformazione di 5×3 cm nello spazio retroperitoneale destro e altre più piccole sparse nel peritoneo, associate a peritonite diffusa e versamento. L’RX del torace ha mostrato un’area a radiopacità dei tessuti molli nei campi polmonari medi caudali di destra, estesa dorso-caudalmente dalla regione ilare e occupante 3 spazi intercostali (Figura 1). La citologia della massa addominale e del versamento ha evidenziato flogosi piogranulomatosa con ife fungine. Il paziente è stato riferito per un esame TCTB, che ha confermato un quadro di peritonite granulomatosa micotica con infiltrazione epatica, della colecisti, dello stomaco e di alcune anse intestinali, una massa retroperitoneale e una massa polmonare del lobo caudale destro, compatibili con granulomi (Figura 2 e 3).

Contestualmente sono stati prelevati dei campioni per l’esame micologico, che è risultato positivo per Aspergillus terreus complex (Figura 4).

È stata impostata una terapia con Itraconazolo 5 mg/Kg SID per OS e Amfotericina B 0,5 mg/Kg in infusione EV lenta ogni 48h in regime di Day-Hospital con fluidoterapia EV h24 per ridurne l’impatto renale; ad ogni infusione sono stati controllati azotemia e urine. Dopo 2 giorni dall’inizio della terapia, si è ottenuto un calo della T corporea e il miglioramento di stato del sensorio e appetito. La terapia con Amfotericina B è stata sospesa dopo 8 somministrazioni per insorgenza di proteinuria normoazotemica, mentre la somministrazione di Itraconazolo è stata proseguita fino all’ottenimento di segni di regressione alla diagnostica per immagini. Dopo un mese è rientrata la proteinuria e sono migliorati i valori di albumina, AST e SAP. Dopo 10 mesi si è avuta la regressione delle lesioni polmonari e peritoneali e il ritorno alla normalità dei parametri alterati agli esami di sangue e urine (Figura 5). Al momento il cane è totalmente asintomatico e conduce una vita normale.

Conclusioni

La micosi sistemica da Aspergillus spp. è un’eventualità piuttosto rara nella pratica clinica nel nostro contesto epidemiologico e, secondo la letteratura presente, tale infezione ha un alto tasso di mortalità, con tempi di sopravvivenza medio-brevi, mentre nel nostro caso siamo a 10 mesi di sopravvivenza senza alcun segno clinico. La nostra paziente non presentava fattori di rischio legati alla razza né legati a terapie immunosoppressive in atto. La fonte di infezione potrebbe essere stata l’ingestione ripetuta di acqua stagnante con materiale organico in decomposizione. In letteratura, per il trattamento delle micosi sistemiche, è segnalato l’utilizzo di Amfotericina B liposomiale, in cui il principio attivo è microincapsulato in liposomi, minimizzando così la tossicità renale della molecola, tale preparazione, però, è molto costosa e di difficile reperimento, pertanto è stata utilizzata l’Amfotericina B semplice, monitorando strettamente il paziente. Come conseguenza di questa terapia si è manifestata proteinuria reversibile alla sua sospensione. La terapia a lungo termine con Itraconazolo, invece, non ha dato alcun effetto collaterale clinico né laboratoristico. Alla luce della letteratura presente e per nostra esperienza diretta, riteniamo che il protocollo utilizzato possa essere una valida opzione terapeutica, anche se sono necessari ulteriori studi al riguardo.

Bibliografia

1. Schultz R.M. et al. Clinicopathologic and Diagnostic Imaging Characteristics of Systemic Aspergillosis in 30 Dogs. JVIM 2008;22:851-859

2. Bruchim Y. et al. Disseminated aspergillosis in two dogs in Israel. Mycoses 2006;49(2):130-133

3. Del Magno S. et al. Disseminated aspergillosis in a German shepherd mixed breed dog with unusual initial localization to the iliac wing. Veterinaria Italiana 2022;58(3):353-360

4. Scroccaro A. et al. Micosi sistemica causata da Aspergillus terreus in un cane. Short comm.at 65° SCIVAC Int. Congress May 2010

Dr. Andrea Alpino – DVM

Laureato nel 2010, dopo un periodo di tirocinio presso il CVB ha lavorato presso L’Ospedale Veterinario Didattico dell’Università di Bologna dal 2012 al 2014. Dal 2014 collabora con il Centro Veterinario Bolognese con il ruolo di Responsabile della Terapia Intensiva e del Pronto Soccorso. Dal 2022 assume anche il ruolo di Responsabile dell’Attività Clinica e Vice-Direttore Sanitario. Socio SIMUTIV dal 2016, frequenta regolarmente incontri e corsi di aggiornamento professionale nell’ambito della Terapia Intensiva e della Medicina Interna.

Dr.ssa Giorgia Leone – DVM

Laureata con lode presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna nel 2019 e vincitrice su graduatoria nazionale della borsa lavoro ENPAV “Talenti Incontrano Eccellenze”, dal 2020 esercita l’attività professionale presso il Centro Veterinario Bolognese, occupandosi dell’attività clinica di medicina generale, medicina interna, pronto soccorso e terapia intensiva. Dal 2024 si occupa anche del servizio di dermatologia, avendo frequentato diversi percorsi formativi su dermatologia di cane, gatto e animali non convenzionali, otologia e citologia cutanea, fra cui il GPCert(Derm). Inoltre, si occupa anche di medicina rigenerativa, utilizzando tecniche all’avanguardia per la rigenerazione tissutale, quali la Fotobiomodulazione.