La disidratazione nel cane e nel gatto è una condizione pericolosa che può colpire animali di tutte le età, ma è ancora più rischiosa nei soggetti anziani o malati. Si verifica quando l’animale perde più liquidi di quanti ne assuma, portando a uno squilibrio che può compromettere il funzionamento degli organi vitali. Per questo è importante saper riconoscere i segnali, capire le cause e sapere cosa fare per evitarla o affrontarla tempestivamente.

Cause di disidratazione in cane e gatto

Molteplici fattori possono portare alla disidratazione. Tra le cause più comuni nel cane ci sono il vomito, la diarrea, febbre o infezioni, ma anche il colpo di calore nelle giornate afose. Nei soggetti più anziani la disidratazione nel cane anziano è più frequente perché con l’età si riduce la capacità di regolare i liquidi corporei.

Nel gatto disidratato, le cause possono includere patologie croniche come l’insufficienza renale o l’ipertiroidismo, ma anche infezioni, problemi gastrointestinali o semplicemente scarso accesso all’acqua. Un gatto disidratato che non mangia è particolarmente a rischio perché l’assenza di appetito riduce ulteriormente l’assunzione di liquidi.

Sintomi di disidratazione: come riconoscerli

Riconoscere subito i sintomi è essenziale per intervenire in tempo. Nei cani disidratati i sintomi includono:

  • Gengive secche o appiccicose
  • Perdita di elasticità cutanea (test della plica cutanea)
  • Occhi infossati
  • Letargia, debolezza e aumento della frequenza cardiaca

Per capire se il cane è disidratato, basta un semplice test: sollevare leggermente la pelle sul dorso. Se torna velocemente al suo posto, va bene. Se resta sollevata o torna lentamente, è un segnale di disidratazione.

Nel gatto disidratato i sintomi possono essere meno evidenti ma altrettanto gravi: pelle poco elastica, pelo opaco o arruffato (pelo gatto disidratato), gengive asciutte, ridotto appetito o sete eccessiva. È importante osservare bene il comportamento del gatto, specie se malato o anziano.

Gatto disidratato: cosa fare

Se la disidratazione è lieve, si può incoraggiarlo a bere acqua fresca o offrirgli cibo umido. Tuttavia, un gatto disidratato che non mangia o che appare molto debole deve essere visitato subito dal veterinario. Nei casi più seri può servire una flebo per gatto disidratato o fluidi somministrati sottocute o endovena. La terapia per un gatto disidratato dipende sempre dalla causa scatenante, che deve essere trattata alla radice.

Cane disidratato: cosa fare

Anche per un cane disidratato la strategia dipende dalla gravità. In casa si può iniziare offrendo acqua fresca, tenendolo al fresco e monitorando i sintomi. Ma se la disidratazione è importante, è necessario il veterinario: la cura per un cane disidratato può includere la somministrazione di fluidi in vena o sottocute (flebo per cane disidratato) per ristabilire rapidamente l’equilibrio idrico. Ignorare i sintomi può portare a complicazioni gravissime: la disidratazione cane causa di morte nei casi più gravi, per via del collasso degli organi vitali.

Prevenzione della disidratazione

Prevenire la disidratazione è sempre meglio che curarla. Alcuni consigli utili:

  • Lasciare sempre a disposizione acqua fresca e pulita
  • Offrire cibo umido per aumentare l’apporto di liquidi
  • Evitare le passeggiate nelle ore più calde
  • Monitorare i segni di malessere, soprattutto nei pet anziani o con malattie croniche

Conclusioni

Conoscere le cause, riconoscere i sintomi e sapere come intervenire fa la differenza per proteggere la salute del proprio cane o gatto. In caso di dubbio o di segnali gravi, la visita veterinaria è la scelta migliore per garantire al pet la cura adeguata.

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