La FIV (Immunodeficienza Virale Felina) e la FeLV (Leucemia Virale Felina) sono due tra le principali malattie infettive del gatto. 

Sono patologie diffuse sul territorio italiano, non solo fra i gatti randagi e di colonia, ma anche nelle popolazioni di gatti indoor, ossia i nostri compagni di vita. 

Sebbene non colpiscano l’uomo, FIV e FeLV hanno ripercussioni importanti sulla salute dei nostri amici felini.

La FIV nel gatto

La FIV è una patologia virale trasmissibile tipica dei felidi, domestici e non, causata da un Lentivirus. Molte sue caratteristiche ricalcano l’azione dell’HIV nell’uomo, nonostante i due virus siano distinti dal punto di vista biologico.

Al contrario dell’AIDS nell’uomo, la trasmissione sessuale è poco rilevante e piuttosto rara. È possibile il contagio fetale, in modo particolare se la madre si positivizza durante le prime fasi della gravidanza.

La trasmissione è diretta e avviene principalmente attraverso l’inoculazione di saliva infetta con il morso. Per questa ragione, i gatti maschi che hanno accesso all’esterno sono i pazienti più a rischio di contagio, a causa delle lotte per il territorio e l’accoppiamento.

Sintomi della FIV nel gatto

Risulta raro che la FIV induca direttamente una malattia. Solo nella fase immediatamente successiva all’infezione possono presentarsi: 

  • febbre
  • diarrea
  • congiuntivite 
  • aumento di dimensioni dei linfonodi. 

Questi sintomi della FIV, tuttavia, scompaiono velocemente e il paziente può rimanere asintomatico per periodi di tempo prolungati (fino a 10 anni). 

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Dato che la malattia colpisce principalmente i globuli bianchi, nel gatto FIV-positivo si riscontra, a lungo termine, uno stato di immunodeficienza. Questo fattore lo espone ad altre patologie, tra cui:

  • malattie della bocca
  • malattie a carico dei reni
  • malattie del sangue
  • infezioni delle prime vie aeree 
  • neoplasie

Rispetto ai gatti sani, questi disturbi hanno una maggiore tendenza a cronicizzarsi, ossia a rimanere presenti per lungo tempo, a non rispondere alle terapie tradizionali e a manifestarsi con sintomi più gravi.

Diagnosi della FIV nel gatto

Per la diagnosi della FIV, si utilizzano comunemente dei test rapidi da eseguire in clinica su un piccolo campione di sangue. 

Se il risultato è positivo significa che sono presenti anticorpi nei confronti di FIV e non che il paziente è attualmente malato. Per questo motivo, potrebbe essere necessario confermare la diagnosi ripetendo il test dopo 8 settimane e/o con altri esami più specifici.

Gatto FIV-positivo: quanto vive? Quali precauzioni adottare?

L’aspettativa di vita del gatto FIV-positivo è variabile e non sempre prevedibile, anche  perché è fortemente legata allo sviluppo di patologie secondarie

È importante, quindi, prendere delle precauzioni per salvaguardare la salute del paziente. In particolare, è consigliabile: 

  • non consentire al gatto l’accesso all’esterno, un fattore che lo esporrebbe a diverse patologie infettive
  • eseguire visite veterinarie relativamente frequenti 
  • nel caso di gatti conviventi, eseguire tutte le profilassi consigliate dal veterinario curante secondo le più recenti linee guida.

Fortunatamente, per il gatto sano, la convivenza con un paziente FIV-positivo non è particolarmente rischiosa, a condizione che non ci siano conflitti. Infatti, la condivisione di ciotole, lettiere e il grooming reciproco non sono in grado di trasmettere la patologia.

Atassia nel gatto: parla la Dr.ssa Gabriella Berini, Ca'Zampa Brugherio

La FeLV nel gatto

La FeLV è una patologia virale trasmissibile diffusa tra i felini ed è una delle principali cause di morte nel gatto domestico. 

È causata da un AlphaRetrovirus e il contagio si verifica tramite il contatto con tutti i liquidi organici infetti. Quindi, la trasmissione non avviene solo tramite il contatto con sangue e saliva, ma anche con secrezioni nasali, urine, feci e latte materno. 

A differenza della FIV, un gatto può contrarre la FeLV anche con: 

  • il grooming
  • i contatti sociali
  • la condivisione degli ambienti, in particolar modo se densamente popolati. 

La trasmissione fetale è rara: i gattini tendono a infettarsi nutrendosi con il latte materno.

I sintomi della FeLV nel gatto e test diagnostici

sintomi della FeLV sono estremamente variabili e legati al fatto che non tutti i gatti manifestano la malattia nello stesso modo.

Viremia persistente

Alcuni gatti presentano una situazione di viremia persistente, ossia il virus rimane presente a livello ematico per lunghi periodi.

gatti FeLV-positivi manifestano sintomi quali: 

  • anemia
  • malattie immunomediate
  • linfomi maligni
  • dermatiti 
  • immunosoppressione.

In questi casi, i pazienti hanno prognosi infausta nell’arco di 3-5 anni.

Viremia transitoria

In altri pazienti, dopo una viremia transitoria e l’organismo riesce a sconfiggere l’infezione.

FeLV latente

In alcuni gatti, il virus esce dal circolo sanguigno e diventa latente in diversi tessuti, salvo poi riattivarsi se il sistema immunitario si indebolisce. La diagnosi non è sempre semplice, proprio per la natura variabile della malattia.

A seconda dei casi, si possono eseguire: 

  • un test antigenico 
  • un test anticorpale.

Talvolta gli esiti di questi test possono essere inconcludenti in contrasto tra loro e con il resto degli esami del sangue eseguiti. In questi casi, è necessario ricorrere a test più avanzati come la PCR, su sangue o su tessuti (se si sospetta un’infezione latente).

Aspettativa di vita nel gatto FeLV positivo

Come per la FIV, l’aspettativa di vita dei gatti FeLV-positivi dipende dalla manifestazione della patologia nel paziente. Generalmente, risulta peggiore rispetto ai pazienti FIV-positivi. 

In questo caso, i gatti conviventi sono a rischio di infezione. Sarebbe indicato isolare i gatti FeLV-positivi da ogni possibile contatto con gatti sani. 

Per quanto riguarda visite veterinarie ed esami del sangue, essendo strumenti fondamentali per monitorare la salute del gatto, dovrebbero essere regolari e frequenti

Un importantissimo sistema di prevenzione è la vaccinazione, che andrebbe eseguita (dopo aver effettuato i test diagnostici) su ogni soggetto che può essere esposto alla malattia.

FIV e FeLV nel gatto: i progressi della ricerca

Per quanto riguarda la FIV, la ricerca scientifica si sta concentrando su due aspetti.

Il primo è lo sviluppo di un vaccino efficace. Al momento ne sono già stati sviluppati alcuni, ma con prestazioni insoddisfacenti. Infatti, attualmente, non sono consigliati

Il secondo è lo sviluppo di terapie efficaci, considerando anche la somiglianza di questa malattia con l’AIDS umana.

Per quanto riguarda la FeLV, sono in fase di valutazione diversi farmaci immunomodulatori antivirali, nell’ottica di controllare la risposta immunitaria del paziente al virus e di sostenerla nell’eliminazione dell’agente patogeno.

Articolo a cura del Medico Veterinario Filippo Pratesi, Ca’ Zampa Milano Portello

Il Dott. Filippo Pratesi si laurea presso l’Università degli Studi di Milano nel 2018 e inizia subito la sua formazione con un tirocinio multidisciplinare presso una Clinica 24H di Milano. Collabora con Ca’ Zampa presso la sede di Milano Portello da fine 2020. Nel 2021 consegue un Master Universitario di secondo livello in Medicina Interna del Cane e del Gatto. Attualmente svolge attività di medicina generale e medicina interna specialistica.

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