Siamo ufficialmente in primavera, dunque sappiamo bene che con l’aumento delle temperature il nostro gatto può facilmente sentirsi disidratato e correre una serie di rischi facilmente evitabili.

Perché il gatto beve poco?

I felini in particolare sono animali predisposti a bere pochissimo, poiché sono in grado di trattenere una gran quantità di liquidi nel loro corpo: hanno dunque bisogno di mantenersi costantemente idratati.

La naturale abitudine del gatto a dissetarsi quel tanto che basta è un comportamento radicato nella sua natura poiché i suoi antenati, come il gatto selvatico africano, hanno sviluppato strategie per ottenere l’acqua principalmente attraverso le prede che cacciavano.

Allo stesso modo i gatti domestici, che però non hanno bisogno di andare a caccia, seguono questo istinto ancestrale e preferiscono spesso consumare cibo umido che abbeverarsi all’acqua dalla ciotola. Va da sé che ciò può seriamente aumentare il rischio di disidratazione, soprattutto durante i mesi più caldi.

Gatto disidratato, i sintomi

Da buoni proprietari, dobbiamo essere in grado di capire quando il nostro gatto è disidratato: riconoscere i campanelli d’allarme ci permette infatti di prevenire complicazioni e aiuta anche il veterinario in caso serva una terapia d’urgenza.

Possiamo affermare che i sintomi principali sono apatia, perdita di appetito, letargia e generale affaticamento. Altri segnali che rivelano quanto il nostro pet sia disidratato sono più nascosti, dunque è bene sapere cosa cercare: le gengive e le mucose, ad esempio, possono risultare secche, così come le feci; inoltre gli occhi sembrano infossati.

Disidratazione nei gatti: cause più frequenti

I motivi per cui un gatto finisce per essere disidratato sono numerosi. Abbiamo già parlato della ridotta assunzione di liquidi, causata da accesso limitato all’acqua o da una preferenza per cibo secco anziché umido; aggiungiamo che disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea possono contribuire significativamente alla perdita di liquidi e alcune patologie renali, o il diabete e delle malattie respiratorie rappresentano altri fattori di rischio.

Cosa fare se sospettiamo che il nostro gatto è disidratato?

Qualora avessimo il dubbio, la percezione anche fugace che c’è qualcosa che non va da questo punto di vista, dobbiamo agire prontamente per evitare conseguenze importante sulla salute del nostro pelosetto.

In primis offriamo acqua fresca e pulita, magari aggiungendo alcuni cubetti di ghiaccio per renderla più invitante durante il caldo estivo. Il gatto non ama affatto l’acqua stagnante, dunque cambiamola spesso e teniamo pulita la ciotola. Proviamo poi a fargli mangiare del cibo umido per favorire l’idratazione. In questi casi, facciamo attentamente alla salute generale del pet e non aspettiamo a consultare il veterinario quando i sintomi persistono. Il veterinario potrebbe consigliare trattamenti specifici e identificare le cause sottostanti della disidratazione.

Se invece la disidratazione dipende ‘semplicemente’ dall’eccessivo calore esterno, forniamo al nostro amico a quattro zampe un ambiente fresco e tranquillo per recuperare alla svelta ed evitiamo attività fisiche stressanti e dispendiose in termini di energia.

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