Il Medico Veterinario Emmanuele Tremolada, Direttore Sanitario della clinica Ca’ Zampa Arese, approfondisce insieme a noi l’importanza di approcciarsi, anche a livello genetico, all’ingresso di un nuovo cucciolo in casa.

Che cosa intendiamo come genetica?

In sintesi possiamo definire la genetica come la scienza che studia negli organismi viventi i meccanismi di trasmissione dei caratteri da una generazione alla successiva.

MALATTIE GENETICHE DEI CANI DI RAZZA: QUALI SONO LE PATOLOGIE PIÙ COMUNI?

E qual è la funzione (utilità) del veterinario di pet che si occupa di genetica?

La maggior parte del lavoro del veterinario di “pet” che si occupa di genetica può essere catalogata in tre attività:

  • La prima si colloca nell’ambito dell’allevamento: il veterinario insieme all’allevatore, stabilisce progetti di accoppiamento in base alle caratteristiche dei genitori; sia per evitare la trasmissione di patologie ereditarie, sia semplicemente per ottenere cuccioli di un determinato colore o con determinate caratteristiche.
  • La seconda attività è a livello ambulatoriale e riguarda perlopiù tutti quei pazienti che potremmo definire da famiglia. Lo specialista sviluppa dei piani di indagini diagnostiche nei cuccioli – ma non solo nei cuccioli – affinché vengano riconosciute le patologie ereditarie in modo precoce, oppure per dimostrate eventuali parentele. Sempre a livello ambulatoriale, dobbiamo sottolineare che negli ultimi decenni si è sviluppata una branca diagnostica sulle patologie infettive o parassitarie, che va ad identificare DNA o RNA di microrganismi patogeni. Sempre in genetica e sempre in tempi abbastanza recenti, si è cominciato a lavorare tramite dei marker tumorali. Oggi si possono fare diagnosi ad esempio del carcinoma della vescica con un esame genetico sull’urina del cane. In questo caso lo specialista in genetica è colui che consiglierà quale protocollo analitico sia il migliore da adottare, per ottenere una diagnosi più precisa.
  • La terza attività è quella del veterinario specializzato in genetica che lavora in laboratorio.  Abbiamo parlato di indagini diagnostiche su patologie ereditarie o la ricerca di microrganismi patogeni; sarà il veterinario ambulatoriale a proporre ed a eseguire i prelievi, sarà poi il veterinario del laboratorio ad eseguire l’esame e, spesso, anche a consigliare il genetista ambulatoriale sia per i risultati, sia anche per la scelta dell’esame.

In cosa consiste un esame genetico?

Innanzitutto dobbiamo vedere quali sono le patologie che dobbiamo indagare a seconda della razza. Ci sono patologie in cui noi possiamo andare a fare un reale esame genetico dove noi cerchiamo sui cromosomi e sul DNA del paziente determinati geni ovvero i pezzetti di cromosoma che trasmettono un preciso carattere. Ci sono poi esami specialistici a carico di altre figure. Per alcune patologie oculistiche ci si rivolge all’oculista, così come per la displasia dell’anca ci si rivolge all’ortopedico che effettuerà delle rx per alcune patologie cardiache ci si rivolge al cardiologo per esami come ecocardiografie cardiogrammi etc.

L’analisi del DNA avviene attraverso esami del sangue?

Nel caso della ricerca di patologie ereditarie si, per lo più si fa un prelievo di sangue e si invia al laboratorio. Per i marker tumorali o per l’identificazione di microrganismo possono essere altri materiali biologici. Ad esempio per il carcinoma vescicale l’esame viene fatta sull’urina del cane.

Ha parlato di consulto per cuccioli, ma ha più volte sottolineato, “non solo cuccioli”: cosa intende?

Ovviamente più precoce è la diagnosi di una patologia ereditaria, prima potremo instaurare un piano terapeutico; a volte l’attesa ci toglie una parte delle possibilità terapeutiche. Per esempio la displasia d’anca e di gomiti possono essere diagnosticate in fase precoce facendo uno studio radiografico entro i 4-5 mesi. In caso di alterazioni, a questa età è possibile intervenire chirurgicamente con determinate tecniche; passati questi mesi non potremo più fare questo tipo di chirurgia. Quindi in questo caso è importante che il consulto venga fatto quando l’animale è ancora cucciolo.

Ci sono però patologie che non si esprimono subito. Ad esempio: ci sono alcune razze ad esempio come i Barboni, che hanno una predisposizione al diabete, ma il diabete il più delle volte si manifesta dopo i 5 – 7 anni di età. In queste razze io consiglio da subito alcuni esami orientati al problema da fare almeno una volta all’anno. Se il paziente viene sottoposto in visita già da adulto, consiglierò comunque di incominciare ad effettuare periodicamente questi esami.

Lo specialista in genetica si occupa prevalentemente di cani di razza?

Innanzitutto non solo cani, ma anche gatti. Per quanto riguarda la razza, anche un soggetto non di razza può presentare patologie ereditarie. Un meticcio o un gatto europeo possono presentare delle caratteristiche che in qualche modo sono riconducibili ad alcune razze: meticci simili a cani di razza per aspetto, colore, ecc. possono avere tra gli antenati soggetti di questa razza e quindi vanno monitorati per le patologie ereditarie di queste razze.

Qual è la patologia ereditaria più frequente?

In realtà le patologie ereditarie cambiano da razza a razza e non si può stabilire una vera e propria classifica. Inoltre ci sono delle convinzioni radicate nell’opinione comune che non sempre corrispondono totalmente alla realtà. Tanto per cambiare, la displasia d’anca è creduta una patologia di cani di taglia grande… in realtà un cane frequentemente affetto da displasia è il cavalier.  È per questo che consiglio sempre di consultare uno specialista.

Per concludere il dr. Tremolada sottolinea ancora una volta l’importanza della diagnosi precoce delle patologie ereditarie e raccomando ai proprietari di cani e gatti, cuccioli e non, di informarsi prima di tutto dal loro veterinario curante per quello che riguarda la messa a punto di un piano di indagini, e di chiedere a lui l’eventuale necessità di un incontro con lo specialista.

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