Il 17 novembre, che nel 2023, guarda caso è anche un venerdì, si celebra il Gatto nero day: bistrattato, accusato di portare sfortuna ed essere foriero di cattive notizie, il micio dal pelo color carbone è invece tutt’altro che catalizzatore di sventure.

Ma i falsi miti attorno al gatto nero sono numerosi e si sono formati sin dal medioevo, quando il felino era associato alla nefasta figura della strega. Noi di Ca’Zampa vogliamo invece capovolgere tutte le superstizioni in circolazione che nella vita quotidiana possono talvolta influenzarci più di quanto vorremmo.

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Gatto nero day: i pregi che non conosciamo

Ci sono 22 razze di gatti dal manto corvino ed elegante e in Italia si contano circa 300 mila gatti neri nelle case e 200 mila in colonie: indubbiamente gli italiani adorano i mici neri che, per indole, in generale, sono riservati e tranquilli, ma straordinariamente intelligenti.

Il gatto europeo a pelo corto è tra i più diffusi, il gatto Bombay spicca per i suoi occhi gialli e il gatto nero British è noto per il suo acume; infine il Persiano nero è estremamente leale con gli umani.

Superstizioni e leggende

È durante il Medioevo che si sono diffuse molte leggende e superstizioni che hanno contribuito a creare una cattiva reputazione per questi felini. Papa Gregorio IX, ad esempio, fu uno dei primi a stabilire un collegamento pericoloso tra le streghe e i gatti neri nel 1200: si credeva che le streghe potessero trasformarsi in gatti neri e ciò portò persino all’emissione di bolle papali che dichiaravano i gatti neri creature demoniache, promuovendo così la loro eliminazione.

Un’altra leggenda riguarda la sfortuna associata a un gatto nero che attraversa la strada di una persona. Anche questo timore affonda le radici nel Medioevo, quando i mezzi di trasporto più diffusi erano le carrozze trainate da cavalli. La superstizione ebbe origine da difficoltà logistiche quando di notte, a causa della scarsa illuminazione, era difficile vedere i gatti neri, il cui unico elemento distintivo erano i loro occhi gialli, capaci di spaventare e far impazzire i cavalli.

Un altro aspetto poco conosciuto della “fama” dei gatti neri risale al periodo dei pirati: i felini venivano impiegati a bordo delle navi per cacciare i roditori e sebbene fossero utili per i marinai, la comparsa improvvisa dei mici spesso rappresentava un pericolo per gli abitanti delle città, a causa però della presenza dei topi.

Gatto nero porta fortuna: ecco dove

È bene sottolineare che, contrariamente, in molte culture sono visti come simboli di fortuna. Ad esempio, nell’antico Egitto, i gatti neri erano considerati sacri e venerati e la dea della fecondità e protettrice delle case, conosciuta come Bastet, era raffigurata con la testa di un gatto nero.

In Scozia, stando alla tradizione celtica, la fata Sìth poteva assumere la forma di un gatto nero e si credeva che le ragazze con un gatto nero in casa avessero molti pretendenti, il che simboleggiava prosperità.

I nostri antenati romani ritenevano che i gatti neri fossero simboli di abbondanza e benessere: averne uno in casa, infatti, portava fortuna, e dopo la loro morte, si usava spargere le ceneri nei campi per garantire un raccolto fruttuoso.

Gatto nero day, l’iniziativa dell’AIDAA

Il Gatto nero day è stato promosso dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) con il nobile scopo di sensibilizzare il pubblico sulle qualità straordinarie di questi pet e cancellare per sempre le superstizioni legate alla loro reputazione.

Celebriamo, invece, la loro unicità!

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