Con la dottoressa Barbara Masetti, medico veterinario esperto in Ecografia addominale della clinica veterinaria Legnano di Ca‘ Zampa, abbiamo approfondito il discorso sulle infezioni delle basse vie urinarie nel gatto, sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle terapie da mettere in atto.

Infezioni delle basse vie urinarie, che cosa si intende e soprattutto quali sono?

Per patologie delle basse vie urinare si intende qualsiasi patologia che colpisce vescica e uretra. Parliamo dunque non solo di ostruzioni delle vie urinarie, abbastanza frequenti soprattutto nel gatto maschio, ma anche di urolitiasi (quindi calcoli non per forza ostruttivi) e cistiti (che possono essere di varia natura quindi batterica, infettive, infiammatorie o idiopatiche). Le infezioni delle basse vie urinarie hanno un corredo sintomatologico molto simile fra loro, quindi vengono raggruppate sotto l’acronimo di F.U.S – Sindrome Urologica Felina, ma ovviamente differiscono fra loro per eziologia, patogenesi e di conseguenza anche per approccio diagnostico e terapeutico. 

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Quali possono essere i campanelli di allarme?

I proprietari portano spesso il proprio gatto in visita, perché si accorgono che c’è un problema nella minzione, hanno difficoltà ad urinare (la cosiddetta disuria). Anche un’urinazione inappropriata è un segnale, ovvero quando non la fanno nella lettiera, la fanno fuori o sul divano o in luoghi inconsueti; la perdita di gocce di sangue (ematuria), la stranguria (ovvero se provano dolore durante la minzione)… Tutto questo produce vocalizzazioni da parte del gatto mentre prova ad urinare.

Tra i campanelli di allarme a volte c’è anche il leccamento dei genitali o della zona della vescica cioè la parte dell’addome inferiore. Questo comportamento porta ad una alopecia psicogena, che quindi non sarà legata ad un problema dermatologico. I veterinari, quando vedono una alopecia in quella zona del gatto, devono mettere tra le diagnosi differenziali anche un problema urinario di cistite, perché i gatti tendono appunto a leccarsi la parte che fa male.

Un altro segnale importante per il proprietario è se vede il proprio gatto, soprattutto se maschio, che entra ed esce dalla lettiera continuamente facendo sforzi improduttivi, o che portano a fare pochissima pipì o anche solo delle gocce.

Visita immediata dal vet in questi casi

Questo deve essere un campanello d’allarme per portare immediatamente il gatto dal veterinario, che con una semplice visita attraverso una palpazione dell’addome può capire se la vescica è vuota (e quindi possiamo stare più sereni) o se è piena, cioè sovradistesa, che segnala uno stato di emergenza. 

Questi sono i segni clinici che, nel caso di ostruzione urinaria, compaiono nelle prime 24/48 ore. Dopo questo lasso di tempo, possono comparire anche sintomi più sistemici, quindi più gravi: il gatto visibilmente sta male, può smettere di mangiare, essere letargico, fino ad arrivare anche al collasso che può avere anche esito fatale. Questi sintomi tardivi sono purtroppo spesso osservati dai proprietari il cui gatto vive prevalentemente fuori, poiché non ha modo di vedere il comportamento del felino durante la minzione.

Ci sono dei fattori predisponenti alle infezioni delle basse vie urinarie nel gatto?


Molti studi indagano le cause in generale di tutti i problemi urinari. Per quanto riguarda l’ostruzione uretrale, il sesso è predisponente. Il maschio è più predisposto rispetto alla femmina, poiché ha una conformazione anatomica diversa dell’uretra che si presenta più lunga e soprattutto più stretta e quindi più facilmente ostruibile. Detto ciò, ovviamente sia il maschio che la femmina possono andare incontro a qualsiasi tipo di patologie come cistite o ostruzioni per spasmo (perché le ostruzioni non sono causate per forza per un calcolo).

Anche l’età può essere un fattore predisponente a seconda della patologia di cui stiamo parlando. Ad esempio le cistiti idiopatiche feline, ovvero quelle date da stress, sono più frequenti nei gatti giovani, quindi di età compresa tra i due e i sei anni. Infezioni urinarie o neoplasie è più facile trovarle nel gatto adulto o anziano, poiché è più facile che vadano incontro a infezioni urinarie dal momento che c’è un abbassamento dell difese immunitarie con l’età.

Con l’inverno aumentano i problemi a vescica e uretra

Uno studio ha parlato anche di una stagionalità delle patologie, sottolineando che d’inverno ci sono più infezioni urinarie, poiché anche i gatti che abitualmente d’estate stanno fuori, con l’inverno preferiscono stare al chiuso e quindi in casa, con una maggiore possibilità da parte del proprietario di potersi rendere conto di eventuali problemi.

Tra i fattori predisponenti ha sicuramente importanza il cibo. I gatti che sono obesi, sedentari e alimentati con cibo secco ad libitum (ovvero lasciato sempre a disposizione) sono più predisposti. È anche importante dire che ci deve essere una predisposizione individuale, proprio perché effettivamente ancora non si conoscono le cause di tali patologie. Può succedere che un gatto che risponde a tutte queste caratteristiche, non sviluppi mai nessun tipo di patologia; quindi probabilmente c’è una componente di predisposizione individuale.

Forme ostruttive e forme non ostruttive

Nelle forme di tipo ostruttivo, non ci sono non solo i calcoli ma ad esempio anche i cosiddetti plug: sono delle concrezioni simili ai calcoli ma di consistenza pastosa. Anche loro sono in grado di causare un’infiammazione neurogenica alla vescica, un’edema o uno spasmo che possono essere quindi causa di ostruzione dell’uretra.

Fra le sindromi invece non ostruttive sicuramente la più importante anche come frequenza è la FIC: cistite idiopatica felina, molto simile alla cistite interstiziale nell’uomo. La FIC non è di natura infettiva ma infiammatoria e purtroppo anche un andamento cronico recidivante.

Si tratta di una patologia idiomatica la cui diagnosi si fa per esclusione. Questo perché potrebbe risultare che dall’esame delle urine non si rileva nessun sedimento, non ci sono cristalli, l’ecografia mostra una vescica bella, la mucosa non è ispessita e quindi apparentemente non si trova una causa. Per questo viene chiamata idiomatica e si pensa che gli eventi stressogeni acquistano un un’importanza enorme nella patogenetica: si pensa quindi che la causa sia proprio dovuta allo stress. Per i gatti ci sono tanti elementi stressogeni e lo stress, prove scientifiche alla mano, provoca una risposta neuroendocrina perché si esacerba l’infiammazione alla vescica e anche la sintomatologia, causando dolore e spasmo della muscolatura liscia.

Quali possono essere le terapie in caso di infezioni delle basse vie urinarie nel gatto?

Innanzitutto bisogna distinguere di che patologia stiamo parlando. Se c’è l’emergenza, ovvero l’ostruzione urinaria, ovviamente la prima cosa da fare è disostruire l’uretra. Si tratta di una procedura che viene fatta in regime di pronto soccorso e sul gatto sedato, se non è arrivato già con sintomi sistemici in shock, o anche con un anestesista locale. Sedazione che viene fatta per evitare lo spasmo dell’uretra. Bisogna subito poi procedere anche con degli esami del sangue per capire lo stato di salute generale del gatto ed escludere ad esempio che non ci sia già in corso una tossicosi o una sofferenza renale.

Occorre fare un esame delle urine che ci da molte informazioni anche per stabilire la terapia da adottare. Anche la diagnostica per immagini è importante: l’ RX o ancora meglio l’ecografia che permettere di vedere non solo se ci sono calcoli ma anche cristalli, se c’è un ispessimento della parete della vescica.

In caso non ci sia ostruzione, innanzitutto questo non vuol dire che non ci siano calcoli. Quindi anche in questo caso la diagnostica per immagini è importantissima perché la causa di una cistite potrebbe essere proprio un calcolo in vescica che però non ostruisce il passaggio. Il riscontro di un calcolo in vescica può portare, in base alle sue dimensioni, a dover fare una chirurgia per toglierlo, oppure se piccolo cercare di scioglierlo attraverso la dieta o altre terapie.

C’è da dire che nel 98% dei casi le cistiti nel gatto, a differenza del cane, sono sterili, cioè è difficile che serva l’antibiotico. È comunque bene fare un antibiogramma, un prelievo percistocentesi delle urine sterili che vengono mandate ad analizzare per sapere qual è l’antibiotico più corretto da somministrare.

Eliminare il dolore: primo step

Tra i primi interventi da fare qualsiasi sia la patologia, la causa, è togliere il dolore perché quello c’è sicuramente anche quando non è manifesto: non dobbiamo aspettare che il gatto vocalizzi per capire che ha dolore. Se c’è cistite c’è dolore quindi somministrare un antidolorifico assolutamente non steroideo è importante darlo ovviamente se non c’è un danno renale da ostruzione o altro. Personalmente do spesso anche integratori per la mucosa, che rafforzano la barriera della mucosa della vescica anche per lunghi periodi. È poi fondamentale la dieta umida, non solo per un mese ma eventualmente anche a lungo termine. Difficilmente il gatto non accetta la dieta umida, ma nel caso avvenisse, bisogna comunque cercare di trovare dei modi per favorire l’idratazione: quindi fontanelle, oppure si aggiunge un po’ di acqua ai croccantini. È molto importante favorire l’idratazione in gatti con tali patologie perché è stato notato che la dieta umida diminuisce le recidive che sono purtroppo frequenti. È fondamentale poi la riduzione dei fattori stressogeni che sono spesso ambientali.

Consigli finali

Nei casi di FIC, si consiglia di fare una visita comportamentale perché lo specialista è in grado di capire, di captare quali sono magari degli eventi stressanti per il gatto di cui il proprietario non accorgerebbe. Suggerirei, ad esempio, l’arricchimento ambientale molto importante soprattutto se il gatto è indoor. Se avete la possibilità di avere un balconcino, una volta messo in sicurezza, il mio consiglio è quello di permettere al gatto di uscire. Se non abbiamo il balcone, cerchiamo di riprodurre un po’ l’ambiente esterno del gatto, ovvero quello che farebbe lui in natura: magari creando una stanza sua proprio dedicata, o aggiungendo tiragraffi in casa.

Questi sono importantissimi, e suggerisco se possibile di averne uno anche alto 1,70m posizionato vicino alla finestra o alla porta finestra, così che il gatto possa stare in alto e guardare fuori.  A volte il gatto può ignorare il tiragraffi, ma potrebbe essere perché si trova in una posizione sbagliata. In realtà il tiragraffi sarebbe utile posizionarlo fra un passaggio da una stanza all’altra. Lasciate più punti acqua, anche lontano dal cibo; meglio prediligere ciotole in ceramica con un diametro più ampio, che siano basse e ampie così che i vibrisse (i baffi) così non tocchino. 

Lettiera in casa: facciamo bene i conti

Altrettanto importante è la cassetta igienica: non solo deve essere sempre pulita, ma anche posizionata in un posto tranquillo, (non nel centro della stanza), in un angolino, lontano dal cibo e dall’acqua e che sia di dimensioni non troppo piccole. 

Inoltre, il numero delle lettiere è importante, soprattutto se ci sono più gatti conviventi; la regola sarebbe una per ciascun gatto + una. Se quindi ho un gatto solo avrò due lettiere, se ci sono tre gatti è meglio quattro lettiere. 

Sempre per eliminare lo stress, si possono utilizzare i ferormoni, che vengono venduti anche sotto forma di spray o diffusori per ambiente. Hanno più efficacia se la casa è piccola o comunque in un ambiente piccolo dove il gatto sta spesso. Non ci sono studi specifici che dicono che il feromone aiuta nella cistite idiopatica, ma pare contribuisca a ridurre lo stress e l’ansia.

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